Disruptive change - Tourism edition11/24/2020 0 Comments Non tradurremo disruptive di proposito, perché non rende bene in italiano quanto in inglese. Possiamo dire che si riferisce a qualcosa di “sensazionale e dirompente”. Il segreto dei brand che hanno successo oggi, sta nel fatto che non producono semplicemente cose nuove da proporre al mercato, queste compagnie investono nella ricerca dei veri bisogni, qualcosa che renda la vita dei clienti più semplice, più innovativa e più incredibile. Più andiamo avanti più il mercato è libero e sempre più compagnie nascono (o muoiono). La competizione non è mai stata così alta ed è sempre più difficile catturare e mantenere l’attenzione del proprio target. Le compagnie di oggi, per avere successo, devono per forza inventarsi qualcosa di estremamente innovativo per riuscire a esaltare sé stessi in un mercato affollatissimo. La differenziazione non è più una tattica per essere migliori dei nostri competitors, bensì una sfida: non è facile trovare la propria unicità. Le compagnie che hanno abbracciato strategie più sensazionali, e quindi disruptive, sono coloro che invece di aspettare il trend o le persone giuste, hanno in primis creato una comunità di followers che indirizza il resto del mondo verso la stessa via della compagnia stessa. Non serve alzare la voce, in un mercato affollato bisogna essere più creativi e passatemi in termine “strani” possibile. Le compagnie disruptive hanno cambiato il nostro stile di vita in un modo o nell’altro. Ecco qualche esempio di azienda che ha superato sé stessa in fatto di marketing e non solo:
Le aziende disruptive hanno il dono di captare i trend più in voga del momento e di un futuro prossimo usandoli a loro favore. Perciò ecco alcuni trends che con altissime probabilità guideranno il futuro dei viaggi: Personalizzazione delle esperienze: Sulle piattaforme social il nostro feed è personalizzato seguendo i gusti che un algoritmo ha estrapolato dalle nostre decisioni e azioni eseguite online. Amazon fa la stessa cosa con i suggerimenti che si basano sui trend dei nostri acquisti precedenti, d’ora in poi i viaggiatori si aspettano sempre più viaggi personalizzati appositamente per loro. Donne in viaggio: In America una ricerca ha mostrato come in media il viaggiatore avventuriero non sia un uomo, bensì una donna, di solito 47 anni. Il 75% dei viaggiatori alla ricerca di avventura, natura e viaggi simili sono donne tra i 20 e i 70 anni. Secondo l’Harvard Business Review le donne hanno un valore di $15 miliardi in potere di acquisto. Moltissime sono alla ricerca di solo travels.
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Secondo il Report di monitoraggio trimestrale che si occupa dei trend demografici e alle performance economiche delle start up, quest’ultime in Italia sono più di 10mila e in aumento; la Lombardia da sola ne ha viste nascere quasi il 27% con la sua Milano che ne ha più di 2000. Il Lazio e Roma, in particolare, supera le mille conquistando il suo bel 10,2% nazionale, in terza posizione abbiamo Napoli con uno stacco di numeri notevole (360). Ogni start up va collocata all’interno di un settore e la maggior parte di queste si inserisce all’interno dei servizi alle imprese, solo il 17,6% nel manufatturiero e una minuscola percentuale nel commercio. Queste iniziative possono essere definite innovative nel momento in cui soddisfino determinati requisiti:
LYNX è un monopattino elettrico con caratteristiche molto innovative: proprio per rispondere ai pain-points degli utenti coinvolti durante la fase di design, è stato progettato con un occhio di riguardo a:
Se, invece, vuoi dare un'occhiata al loro sito web basta cliccare qui. Fonti:
Ilsole24ore.com Corrierecomunicazioni.it Turismo e Agenda 203011/11/2020 0 Comments È giunta l’ora di riconoscere uno dei più grandi problemi che affligge il nostro tempo e la nostra società: l’inesistente sostenibilità del nostro essere. C’è chi lo dice già da tanto, chi ancora non ci crede e chi sta iniziando finalmente a informarsi. Ma c’è un motivo se L’ONU ci mette tanta pressione: la cooperazione di tutti è essenziale. Nel libro “pensare sostenibile una bella impresa” si racconta un episodio bellissimo: pensate che gli indiani Irochesi del Nord America erano pienamente consapevoli del loro impatto per le prossime sette generazioni e basavano la loro economia in funzione di questa programmazione. I Maori della Nuova Zelanda hanno sempre attuato lo stesso metodo: non sottraggono mai dalla natura più di quello che gli serve per sopravvivere. Perché nelle antiche tribù l’organizzazione era tale? Siamo noi che, detto nel modo più semplice e diretto possibile non abbiamo capito nulla? Più o meno. Ma la speranza è l’ultima a morire e per questo l’agenda 2030 dovrà essere parte integrante di qualsiasi organizzazione. BREVISSIMA STORIA DEL CONCETTO DI SOSTENIBILITA’ “la sostenibilità consiste in uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere o intaccare le generazioni future” Nel 1962 nasce la giornata della terra, e, anche se non per la prima volta, la questione climatica inizia a diffondersi e a crescere d’importanza. È un periodo storico particolare, segnato dai più grandi disastri ambientali mai accaduti. Nasce il WWF in Svizzera, e un decennio dopo Greenpeace in Canada (che all’epoca pensate era un peschereccio guidato da 3 persone intente a bloccare test nucleari americani). Sempre in quegli anni in Italia venne fondato il Club di Roma, un gruppo di scienziati e intellettuali che prontamente fiutarono gli enormi problemi che si sarebbero creati da li a poco. La prima conferenza delle UN si tenne nel 1972 a Stoccolma dove 113 capi di stato parlarono per la prima volta dei problemi ambientali. Quell’assemblea segnerà un lunghissimo percorso fatto di tante altre riunioni e trattati: Tokyo, Rio, Kyoto, Amsterdam e molte altre in cui il numero dei capi di stato partecipanti aumenterà sempre di più insieme agli obiettivi che verranno stabiliti da li ai giorni nostri. IL PREDECESSORE DELL’AGENDA 2030 Nel 1999 l’allora segretario delle Nazioni Unite Kofi Annan annunciò la creazione del Global Compact: una serie di iniziative e obiettivi per direzionare l’intera leadership mondiale verso l’adozione di politiche sostenibili per la salvaguardia dell’ambiente e della popolazione mondiale. Il Global Compact racchiudeva 10 principi che vennero sottoscritti da 193 paesi membri impegnandosi a raggiungerli entro il 2015. Nel 2015 gli stessi 193 paesi si riunirono a New York per fare il punto della situazione e decisero di implementare nuovi obiettivi e di trasformare gli MDGs negli attuali 17 SDGs ovvero gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (sustainable development goals) L’agenda 2030 è forse la più importante e completa che si sia mai creata e sottoscritta fino ad ora: i 17 obiettivi sono interconnessi e indivisibili, ciò vuol dire che sono come una catena ed ogni anello ha bisogno del precedente e di quello dopo per funzionare e si influenzare a vicenda. Essi si basano su 3 pilastri fondamentali: > Crescita economica > Inclusione sociale > Tutela dell’ambiente TURISMO E AGENDA 2030 “ Il turismo è un pilastro essenziale dell’ Agenda 2030. Da esso dipende la sussistenza di molti, specialmente donne e in particolare nei Paesi più vulnerabili del mondo. Inoltre, la tutela della biodiversità si fonda in modo determinante sul settore del turismo, dalla conservazione al reddito generato da questi sforzi” Queste sono le parole di Antonio Guterres, attuale segretario delle ONU. Il turismo infatti è tra i settori più incisivi per il raggiungimento dei target dell’agenda 2030. Il settore viene menzionato in più obiettivi:
È sicuramente cruciale il sostegno nel settore da parte dei governi dei singoli paesi, ma è altrettanto fondamentale un cambio di mentalità da parte di operatori turistici e visitatori stessi. Perciò, che voi apparteniate alla prima categoria, alla seconda o a tutt’altra, siate ben consapevoli che come singolo individuo avete un impatto molto più grande di quello che possiate immaginare. Se sogniamo un mondo migliore dobbiamo cooperare e influenzarci a vicenda, proprio come fanno questi 17 obiettivi. Fonti:
Il concetto di Growth Hacking nasce nel 2010 grazie a Sean Ellis che lo ha applicato, con successo, ad alcune start-up. Il Growth Hacking è un modello innovativo di gestione e sviluppo di un business, al fine di creare un vantaggio competitivo indispensabile per farsi strada fra i concorrenti. Esso rappresenta un nuovo mindset costituito da un processo di sperimentazione continua, grazie al quale si ottiene una crescita rapida delle performance del business. Si lavora così focalizzandosi sull’uso strategico del marketing digitale, sullo sviluppo del prodotto, sul business, sul team e sull’analisi dei dati. Il primo ad occuparsi a 360 gradi del Growth Hacking in Italia è stato Raffaele Gaito: consulente e Growth Coach, autore di numerose pubblicazioni di riferimento e organizzatore della più grande conferenza d’Europa sul tema. Pronti a leggere l’intervista che Raffaele Gaito ha rilasciato ad ACOM?
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April 2022
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