Molti di voi ricorderanno come a dicembre, appena uscita la notizia del cashback di stato (il piano introdotto dal governo per incentivare e premiare chi usa carte e app per pagare nei negozi fisici tramite un rimborso del 10%) la corsa al download dell’ultima applicazione ha dato il via ad una serie di pagamenti ad applicazioni sbagliate. Infatti, molti italiani nella fretta della novità hanno scaricato (a pagamento) app che non c’entravano nulla con quella originale e gratuita creata da PAGOPA, ovvero lo stato italiano. Tantissimi utenti spinti dalla cosiddetta FOMO hanno pagato applicazioni che non servivano altro che a calcolare il 10% su cifre a caso come farebbe una semplice calcolatrice. Questo fenomeno si chiama FOMO, Fear of Missing Out, che in italiano si può più o meno tradurre come la paura di essere tagliato fuori, una specie di ansia sociale che arriva quando si ha paura di perdersi qualsiasi cosa, da un evento ad un’esperienza. Il motivo per cui la gente fa ore di fila per un biglietto per la promo di un film? FOMO. Perché gli acquisti sono sempre più standardizzati? FOMO. Questo fenomeno è diventato più evidente con l’utilizzo sempre più maggiore degli smartphone e ovviamente dei social network. Non è sicuramente una novità o una nuova tendenza creata da questi ultimi, ma tramite le vetrine social che ci spingono a confrontarci senza pause con le vite degli altri improvvisamente la nostra vita non è soddisfacente e abbiamo paura di star perdendo qualcosa. Secondo un sondaggio della University of Essex, la FOMO si verifica soprattutto in individui che si reputano meno autonomi o competenti e quindi sentono il bisogno di sentirsi sempre collegati ad altre persone nella vita quotidiana, spendendo moltissimo tempo online e conseguentemente lasciandosi influenzare. Cosa c’entra tutto ciò con il marketing? La FOMO non è nuova ed esiste da quando la pubblicità è nata. Ma nel marketing online questo fenomeno viene soprattutto usato per incrementare le vendite dei prodotti, spingendo la gente nella paura di perdersi l’occasione della vita attraverso trick psicologici come il countdown delle offerte sia di prezzo che di disponibilità di prodotti. La scarsità, infatti, viene vista come un valore perché significa che poche persone potranno usufruire di quel bene ed è considerato ciò che più fomenta la FOMO. I marketers lo sanno bene e giocano Altro esempio: Elon Musk fonda un nuovo social network no profit e non quota in borsa, ancora. Sempre Musk fa un tweet che invita gli utenti a scaricare e usare la sua nuova “Signal”. Grazie ad un solo post dell’imprenditore più famoso del mondo per far schizzare il titolo di Signal al 438% portando le quotazioni da 60 centesimi a 70$ l’una. Peccato che la FOMO ha portato gli investitori a comprare le azioni dell’azienda sbagliata: Signal Advance Healthcare non è sicuramente la compagnia social appena fondata da Musk, ma grazie a lui ora vale 3 miliardi di dollari. Lo stesso black Friday fa leva sulla FOMO, trasmettendo l’urgenza di approfittare degli sconti di quel particolare giorno con la paura che prezzi così non ci saranno più (pur non essendo vero), l’ansia porta il compratore all’acquisto compulsivo di cose di cui in realtà non necessita. Per non parlare dei materassi che vantano gli ultimi giorni di super sconto da… 10 anni ormai? Il social media marketing fa molta leva su questo, ed è volontariamente o meno, la psicologia su cui tutte le piattaforme si basano. Attraverso youtube, instagram o facebook gli influencer offrono contenuti e valore ai brand in modo (apparentemente) genuino e coinvolgente facendo sorgere soprattutto tra i più giovani un senso di addiction. Un youtuber o un influencer particolarmente famoso su instragram hanno una community affiatata che non aspetta altro che novità da parte di questi ultimi. E i social network alimentano la FOMO apposta con notifiche o e-mail e tutto ciò ovviamente per i brand è una combinazione vincente. Uno studio effettuato sui millennials canadesi mostra come il 68% di essi ha effettuato un acquisto entro le 24 ore a causa della FOMO data da un altro contatto. La FOMO perciò può essere usata a proprio vantaggio, senza dimenticarci però che noi siamo i primi a cadere in tentazione. Fonti:
https://www.ionos.it/digitalguide/online-marketing/social-media/fomo-fear-of-missing-out/ https://www.ninjamarketing.it/2016/08/05/la-fomo-social-media-marketing/ https://www.html.it/11/10/2019/social-network-la-fomo-guida-gli-acquisti/ https://www.quindo.it/fomo/ https://blog.tagliaerbe.com/fomo-fear-of-missing-out
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April 2022
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